- condizioni locali: malattia parodontale attiva, mancanza di volume osseo per alloggiare gli impianti, correzioni occlusali necessarie prima della pianificazione chirurgica, problemi funzionali, ecc.
- -condizioni generali: monitoraggio di malattie croniche presenti (diabete non compensato, malattie metaboliche, ecc), uso di farmaci controindicanti la chirurgia (bifosfonati per l’osteoporosi, farmaci immunosoppressori o antitumorali, farmaci anticoagulanti, ecc.).
Questo consente di correggere le condizioni di rischio, riportando anche il paziente difficile nel range dei casi trattabili con l’implantologia.
Impiantando un dente singolo, o svariati elementi, o una arcata completa, è possibile trattare le menomazioni dentali con riabilitazioni fisse che riducono i disagi psicologici e pratici imposti dalla protesi mobili. Con l’implantologia si ottengono risultati estetici e funzionali paragonabili a quelli della dentatura naturale.
Dal momento delle estrazioni dentarie, varie tecniche consentono di posizionare le viti e le componenti protesiche riabilitative secondo le modalità più indicate ed individualizzate per ciascun paziente, in accordo con la letteratura scientifica più rigorosa (impianti a carico immediato entro le 36 ore dall’intervento; impianti a carico progressivo o differito a 4-6 settimane; impianti a 6 mesi dopo rigenerazioni ossee o rialzi del seno mascellare).
Talora gli impianti vengono usati quali sistemi di stabilizzazione di protesi rimovibili, soprattutto nei pazienti anziani, e possibilmente con tecniche minimamente invasive per ridurre il trauma chirurgico.
Le tecniche computer-guidate, quando necessarie, consentono di ridurre i tempi di intervento e i disagi per il paziente. La guarigione avviene grazie a una anchilosi tra osso e impianto, solitamente in 4-6 mesi.
Ciò nonostante, nel nostro studio il più grande impegno viene rivolto al recupero dei denti mantenibili, rispettando massimamente quanto la Natura ha ottenuto in centinaia di migliaia di anni di evoluzione.